La Rete Museale: cultura e territorio da promuovere e salvaguardare.
È stato costituito nella sede della Latteria Sociale di Lozzo di Cadore al fine di valorizzare un edificio che non poteva più svolgere la sua funzione originaria dopo il cambiamento economico che ha portato in una decina d’anni, dal 1970 al 1980, alla scomparsa dal territorio delle attività rurali e dell’allevamento bovino. Prima di questa data, sia l’economia locale che la sopravvivenza passava attraverso la Latteria alla quale veniva conferito tutto il latte prodotto in paese e che l’esperto “casaro” (mìstro) trasformava in burro, formaggio e ricotta, di cui la gente viveva. Le donne si alzavano la mattina prima dell’alba per mungere le mucche e portare il latte in latteria. La sera al tramonto il rito veniva ripetuto e così giorno dopo giorno senza sosta, con l’unica sospensione nel periodo estivo quando il bestiame veniva portato a monticare (monteà) a Pian dei Buoi.
La latteria permetteva a tutti di avere una buona alimentazione: per secoli i derivati del latte sono stati, insieme ai fagioli, la principale fonte di proteine di cui si cibava la nostra gente. Per questo è molto importante conoscere un “saper fare” che ha assicurato la sopravvivenza agli abitanti di questo territorio. Ogni paese infatti aveva la sua latteria e produceva il suo formaggio. Oggi tutte sono chiuse con poche eccezioni: in quelle che restano si può ancora assaporare il gusto antico di una lavorazione del latte fatta in modo tradizionale.
Nella latteria possiamo osservare le caliére usate per secoli a Monte per fare il formaggio nel periodo della monticazione ma anche le vasche moderne in rame usate fino agli anni ’60. Un itinerario didattico permette a tutti di scoprire come veniva lavorato il latte sia in passato che ai nostri giorni ed è possibile vedere strumenti antichi e moderni utilizzati nelle varie fasi. Una stanza del museo è dedicata alla monticazione con la descrizione degli itinerari. Attrezzatura per la lavorazione del formaggio La caliéra Sezione relativa al conferimento del prodotto Stampo per la ricotta e mestolo di legno La salatura del formaggio Spazzole per pulire le caldaie tradizionali seguiti dal bestiame per salire e scendere da Pian Dei Buoi, le foto delle numerose casère che venivano utilizzate in quel periodo, le foto dei pastori e del mìstro che lassù produceva il formaggio. Si possono osservare anche gli indumenti usati nel passato: i pantaloni di fustagno, le camice di canapa tessute a Lozzo, la pèl con la quale il pastore si proteggeva dalle intemperie, i zòcui, zoccoli usati quotidianamente.
Periodo e orari di apertura (da verificare sempre sul sito web www.matelcadore.it):
– Apertura stagionale: dalla metà di giugno alla metà di settembre
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 16.00 alle 19.00.
Ingresso: libero, con offerta.
Visite guidate: ogni mercoledì e venerdì durante l’apertura stagionale, previa prenotazione, con ritrovo nella piazza IV Novembre.
Itinerario: Piazza IV Novembre, Chiesa della Madonna del Rosario, Piazza Pietro Fortunato Calvi, Roggia dei Mulini, Borgata Prou, Chiesetta di San Rocco, Museo delle Attività di Trasformazione e del Latte.
– Aperture straordinarie (con visite guidate): previa prenotazione, dedicata a gruppi, scuole, parrocchie.
– Servizi e attività proposte: visite guidate, proiezioni e approfondimenti multimediali nelle sale espositive, percorso guidato con codici QR, attività ludiche per piccoli e giovani; eventi annuali culturali e di interesse sociale (consultabili sul sito web).
– Nell’arco dell’intero anno solare, la Latteria Sociale APS (ente gestore del Museo) organizza incontri formativi, esperienze culinarie e laboratori in differenti ambiti, aperti a tutti.
Parcheggio non riservato a 50 metri, con salita/discesa da percorrere.
– Accesso con rampa, no scalini interni
– Bagno accessibile con carrozzina ma non attrezzato